Quando dare il telefono cellulare o smartphone ai miei figli?

Quando dare il telefono cellulare o smartphone ai miei figli?

Ogni genitore arriva a porsi questa domanda. In parte perché lo smartphone è diventato uno status symbol per i ragazzi e presentarsi senza questo strumento ai compagni di classe o ad altri amici catapulta immediatamente nel mondo degli “sfigati”; in parte perché noi genitori temiamo fortemente l’indipendenza dei figli e spesso ci illudiamo che il telefono ci permetta di avere un controllo facile e diretto su ciò che non viviamo con loro e su quello che potrebbe accadere. Così assistiamo alla consegna del tanto desiderato strumento ad una età sempre più bassa, fin dalla scuola primaria.

In questo breve articolo vorremmo offrire alcuni spunti di riflessione, che possano orientarci meglio nella scelta del momento più opportuno per concedere ai figli il possesso personale dello smartphone.

Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ha dedicato un intero libro all’argomento, poiché nella sua esperienza professionale e di genitore ha potuto osservare un vuoto educativo sulla questione. Egli sostiene che l’età migliore per avere un telefono personale è la fine della scuola media di primo grado. 

È anche il momento dell’esame e della scelta del percorso di studi più specifico, che segnano già un passaggio di crescita e di responsabilità.

Possiamo facilmente constatare che l’uso del telefono si fonda su contatti, mediati da uno schermo, che non richiedono le stesse competenze relazionali con cui si costruiscono legami affettivi e di conoscenza reciproca. Per questi, abbiamo bisogno di competenze relazionali che richiedono un impegno e un coinvolgimento diretto, occhi negli occhi. 

Come genitori siamo molto attenti alle relazioni che i nostri figli intessono durate la loro crescita, quali amicizie frequentano, quali ambienti scelgono; non di rado interveniamo in queste relazioni per riparare e ricucire, oppure per chiudere e tagliare. Perché dovrebbe essere differente per la vita virtuale che costruiscono attraverso i social e internet?

La presenza educativa del genitore è auspicabile anche nell’uso che si fa dello smartphone, nelle amicizie che si costruiscono virtualmente, negli ambienti digitali che si frequentano.

Oltre a dare il buon esempio, con un comportamento corretto, improntato al rispetto delle regole e delle altre persone, dovremmo realizzare un progetto educativo della vita digitale dei nostri figli, condividendo con loro regole, comportamenti, azioni.

Ci piace, allora, condividere una proposta del professor Pellai, che pare interessante e di aiuto nel rispondere sia alle insistenze dei figli che desiderano avere contatti virtuali con gli amici, sia ne dare la possibilità a noi genitori di proseguire la nostra azione educativa nel mondo digitale. 

Pellai suggerisce l’idea di uno smartphone di famiglia, un telefono cellulare che è a disposizione di tutti i componenti della famiglia, compresi i ragazzi, che non ha password di accesso, è gestito dai genitori, con i blocchi e i filtri che essi ritengono necessari a salvaguardare i ragazzi. 

Questa proposta ha il pregio di rispondere al bisogno dei figli di sentirsi parte integrante della loro comunità di pari, al tempo stesso offre ai genitori l’opportunità di aiutare i figli a sviluppare competenze relazionali sia cognitive sia emotive, mediate dalla loro esperienza. 

Una volta che i ragazzi avranno il telefono personale, avranno acquisito anche una maggiore capacità di discernimento sull’utilizzo di questo strumento.

Saper fare più cose sul telefono, non significa saperle fare bene.