Nuovi inizi
Settembre per le famiglie è sinonimo di inizio del nuovo anno, si comincia o si riprende l’attività scolastica, le attività sportive o quelle comunque svolte al di fuori della scuola. L’inizio di qualcosa comporta sempre un adattamento nuovo, piccoli o grandi cambiamenti, che richiedono uno sforzo emotivo, cui ciascuno risponde in base alle proprie caratteristiche e competenze.
A modo suo
Alcune persone reagiscono mettendosi in attesa, pronte ad affrontare ciò che si presenterà loro di fronte, altre vivono le novità con ansia, agendo comportamenti che appaiono non adeguati all’età. Potrebbe sembrare un momento di regressione, ma così non è: spesso i ragazz* sono consapevoli dei cambiamenti che vivono e di essere più grandi rispetto agli anni precedenti; tuttavia questa consapevolezza produce timori rispetto al mantenimento delle condizioni affettive che li legano ai genitori: “potrò ancora ricevere sicurezza, coccole, amore, riconoscimenti da mamma e papà, come quando ero piccol*? O adesso dovrò arrangiarmi del tutto da sol*? I miei genitori saranno ancora mie risorse?”
In realtà il timore di ciò che non conosciamo o che non sappiamo è un’emozione del tutto spontanea e naturale, che richiede risposte attente. Essere precipitosi o dare scarsa considerazione alle emozioni, che i nostri figli cercano di comunicare, limitano l’efficacia del nostro intervento e del nostro aiuto.
Atteggiamenti costruttivi
La Dott.ssa Serena Costa, psicologa dell’infanzia, in suo articolo recente, suggerisce di mostrarsi comprensivi nei confronti di nuovi inizi, ascoltare le difficoltà dei figli e le loro lamentele, senza giudicarle, cogliendo eventuali segni di disagio anche in comportamenti meno manifesti come per esempio: irrequietezza, ansia o maggiore provocazione. Dal punto di vista emotivo è bene rassicurarli della vostra fiducia in loro e nelle loro capacità di affrontare i problemi, rinforzando la certezza che, comunque, sarete al loro fianco in caso di necessità.
Ricordiamo che l’inizio del nuovo anno rappresenta anche una rinnovata esperienza di autonomia: da un lato, infatti, i figli imparano sempre meglio a gestire i propri materiali e a organizzare il proprio tempo; dall’altro imparano a gestire emozioni importanti, con il supporto di un contesto relazionale costruttivo.
A questo proposito torna utile sottolineare quanto sia necessario creare un clima di collaborazione e alleanza con le figure educative di riferimento, insegnanti e istruttori/educatori, costruendo con loro strategie educative condivise.
Essere riferimenti equilibrati
Posto, quindi, che il disagio di fronte al nuovo inizio è espressione di bisogni reali, seppure transitori, cerchiamo di prendere le cose con calma, noi per primi, seguendo alcune semplici indicazioni che potete trovare nel volume “L’educazione emotiva” di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, e sintetizzate in una ipotetica lettera scritta da un bambino ai propri genitori prima di iniziare la scuola:
“Cari mamma e papà, io oggi comincio la scuola primaria. Divento ufficialmente uno scolaro. So quanto voi ci teniate a me e alla mia istruzione. So che studiare è importante. Ma se possibile, vi consiglio di leggere queste piccole regole che ci permetteranno di capire che la scuola serve per la vita ma che non è tutta la nostra vita.
- Io non sono i voti che prendo.
- Non mi piace farvi la lista dei voti che hanno preso i miei compagni.
- Al mattino, se possibile, rallentiamo le corse.
- È bello svegliarsi al mattino con i volti dei tuoi genitori che sorridono.
- Quando mi accompagnate a scuola ricordatevi che io non parto per la guerra. Quando suonerà la campanella di fine scuola state sicuri che ci ritroveremo all’uscita sorridenti. E saremo tutti sani e salvi.
Mi sembra che sia tutto. State tranquilli. La scuola mi farà bene. E farà tanto bene anche a voi. Crescere è bello.”