Natale, tempo di vacanza

Natale, tempo di vacanza

Siamo già arrivati alle tanto desiderate vacanze di Natale! Bambini/e e ragazzi/e non vedono l’ora di staccare dalla scuola nella speranza di dedicare tempo alle attività che preferiscono. Eppure puntualmente si presenta il problema di gestire la noia. 

Come mai?

Questione di aspettative

Una delle esperienze che ricordo con maggiore senso di frustrazione è quella di sentirmi rifiutare le proposte di attività che facevo ai miei figli. Mi ero fatta l’idea che questo periodo fosse l’occasione di vivere esperienze alternative e stimolanti, e che loro avrebbero apprezzato questo mio sforzo. Niente di più falso.

Ho imparato che la vacanza viene percepita proprio come momento di assenza di impegni, escluso le visite a familiari e amici, che tuttavia sono vissute in modi diversi durante la crescita. 

Racconto questa mia esperienza, per porre l’attenzione sul fatto che le nostre aspettative riguardo a questo periodo devono essere adeguate al tempo di crescita vissuto dai nostri figli, evitando di idealizzare la vacanza, ma avendo aspettative realistiche rispetto alla propria quotidianità. 

“Se i genitori passano tutto il loro tempo cercando di occupare il tempo libero dei loro figli, allora il bambino non imparerà mai a farlo da solo”  Lyn Fry 

Un tempo di sospensione

Durante il periodo di vacanza, infatti, le routine si modificano, gli orari sballano, le attività quotidiane cambiano, e sono presenti alcuni ingredienti in grado di generare stress in adulti e bambini. 

Cerchiamo, allora, “nonostante il cambiamento degli orari e degli impegni quotidiani, di mantenere salde le routine e le ritualità abituali, in modo da creare per i bambini un senso di prevedibilità e sicurezza di fronte alle novità” (Silvia Iaccarino). 

Le routine sono fondamentali in quanto ci aiutano a mettere ordine nel nostro mondo, esterno e interno, ci consentono di creare schemi mentali sul funzionamento della realtà intorno a noi, ci fanno sentire padroni di ciò che facciamo. 

Facilitare i figli con routine e ritualità stabili è un buon modo di accompagnare la loro crescita.

Amica noia

Come abbiamo detto, vedere gli adulti continuamente impegnati a cercare di organizzare le giornate di vacanza, genera nei figli un senso di soffocamento e ansia: infatti da un lato, acquisiscono un modello per cui il tempo deve essere continuamente occupato in modo attivo, dall’altro se non riescono ad occuparlo significa che qualcosa in loro non funziona a dovere.

Aver modo di organizzarsi da soli, attingendo alle proprie risorse ed “allenando” la loro capacità di essere autonomi e di autodeterminarsi, di creare liberamente a partire dalle istanze del proprio mondo interno, migliora l’autostima e il senso di autoefficacia.

Questo non significa abbandonarli a loro stessi, si tratta, invece, di prevedere durante la giornata dei “tempi morti” in cui non sono previste attività organizzate e durante le quali i bambini possono sia gestirsi liberamente che sperimentare la noia.

Accogliere e sostenere, il lavoro del genitore

Cosa ci viene richiesto, dunque, per vivere serenamente questo periodo di riposo?

Innanzitutto siamo sereni rispetto alle emozioni che il bambino manifesta, siano esse legate alla noia, siano la noia stessa, senza necessariamente attivarsi per tirarlo fuori da ciò che prova.

Allenare i bambini alla gestione dei momenti di noia è importante per acquisire la capacità di sostenere l’insoddisfazione e la frustrazione. Cerchiamo di aiutarlo ad accettare anche le emozioni negative, stando insieme dentro queste emozioni.

Qualità vs quantità

Le vacanze di Natale sono un periodo davvero lungo di riposo prima della corsa fino all’estate, perciò tentiamo di creare pochi momenti speciali, in cui svolgere attività progettate insieme. Che sia cucinare, guardare un film, visitare un museo, leggere un libro, scegliamola insieme ai nostri figli, accogliamo le loro proposte e  sforziamoci di ascoltare.

Ricordiamoci che giocare insieme e divertirsi è il regalo più bello che i genitori possono fare ai propri bambini e a loro stessi. (Maria Enza Giannetto)