Mamma, papà, giochiamo?
Sarà capitato anche a voi di sentire questa richiesta. Ricordo che per tutto il periodo della scola primaria mia figlia si sedeva a tavola e domandava: “Facciamo un gioco?”. Così trascorrevamo il pranzo o la cena tra una chiacchiera e un gioco, indovinelli e parole diventavano mattoncini su cui costruire la relazione familiare.
In questo tempo siamo così presi da impegni pressanti, che si rischia di dedicare poco tempo a giocare con i propri figli, pensando che soprattutto attraverso il gioco passa la comunicazione più profonda tra adulti e bambini.
Molti dei nostri ricordi d’infanzia sono legati a giocattoli o giochi che facevamo insieme ad altri: pupazzi, macchinine, bambole, costruzioni, ma anche corde, bastoni, palloni, biciclette. Ciascuno di noi porta nel cuore ricordi ed emozioni legati al gioco.
Non erano necessari giocattoli costosi o elaborati, erano sufficienti oggetti semplici che stuzzicavano la naturale fantasia, propria del bambino, e permettevano di creare, conoscere, imitare, imparare a stare insieme, affrontare le paure, dare voce ai desideri, imparare a gestire le emozioni.
Che cosa è il gioco per un bambino?
Il gioco per i bambini è un vero e proprio lavoro, è la loro attività principale. Nel gioco il bambino sperimenta il piacere di essere attivo, esplorando il mondo; vive delle avventure di fantasia dove può sperimentare le proprie emozioni, senza esserne travolto; scopre sé stesso e contemporaneamente esercita le proprie capacità individuali, confrontandosi con i compagni o con l’adulto.
Secondo gli studi di Piaget, lo sviluppo del gioco nel bambino è in correlazione con lo sviluppo mentale, poiché “il gioco è la più spontanea abitudine del pensiero infantile. Il gioco stimola la memoria, l’attenzione, la concentrazione, favorisce lo sviluppo di schemi percettivi, capacità di confronto e relazionali. Pertanto una carenza di attività ludica riflette nel bambino gravi carenze anche a livello cognitivo”. Egli sostiene che si possono individuare tre momenti nel comportamento ludico del bambino:
- nel primo anno di vita prevalgono i giochi di esercizio, quando il bambino, attraverso l’afferrare, il dondolare, il portare alla bocca gli oggetti, l’aprire e chiudere le mani, impara a controllare i movimenti e a coordinare i gesti. In questo modo il gioco diventa un mezzo con cui i piccoli conoscono l’ambiente.
- dai due ai sei anni di vita i bambini si dedicano ai giochi simbolici. In questa fase il bambino acquisisce la capacità di rappresentare tramite gesti o oggetti una situazione. Si sviluppa la capacità, quindi, di immaginare e imitare esperienze viste ma non ancora direttamente sperimentate: gioca ad essere mamma o papà, la maestra, il cuoco e così via.
- dai sette agli undici anni emergono i giochi con regole. Questa fase è detta sociale, perché caratterizzata da una maggiore aderenza alla realtà; si gioca di gruppo e con regole condivise, in modo da sperimentare lo stare con gli altri attraverso giochi strutturati.
In questo continuum i nostri bambini apprendono come controllare le proprie emozioni, imparano ad avere maggiore concentrazione e ad essere creativi.
È importante giocare insieme ai bambini
Può sembrare evidente parlare di quanto giocare con i genitori è, per il bambino, un’occasione unica. Basta notare l’entusiasmo con cui i bambini reagisco alla disponibilità dei genitori a giocare con loro.
Trovare il tempo di giocare con i propri figli crea armonia familiare e garantisce ai piccoli una sensazione di benessere che rafforza il senso di sicurezza e protezione da parte dei genitori. Giocare insieme è utile per costruire legami di intimità con le persone più importanti per il bambino, che in tale situazione riesce ad apprendere tutta una serie di capacità relazionali che serviranno durante tutta la vita. Ad esempio, capire quando possono influenzare gli altri, o riconoscere i segnali affettivi e le emozioni delle altre persone. Inoltre imparano ad essere più tolleranti e meno aggressivi. In un certo senso i bambini imparano dagli adulti di riferimento le regole del gioco relazionale con gli altri.
“Ibambini hanno la stessa voglia di giocare del passato. Quello che è cambiato è la solitudine, perché giocano sempre più spesso da soli. Gli studi in materia hanno evidenziato la necessità che i genitori abbiano più consapevolezza dell’importanza del gioco con i figli, che rappresenta un vero atto educativo” (A. Ballabio)
Giocare con i propri figli è importante perché contribuisce a costruire la loro autostima. “Il messaggio che passa attraverso questa attività è “mi piace stare con te, sei importante per me”. (S. Costa) Attraverso il gioco con i genitori il bambino si sente quindi accettato, apprezzato e accolto, imparando a prendersi cura di sé.
Come si gioca con i bambini?
Non si possono definire regole uguali per tutte le famiglie, ogni bambino ha esigenze diverse e ogni genitore è stato un bambino con le proprie modalità di gioco. Quello che possiamo fare è, però, dare delle indicazioni su cui riflettere, per creare all’interno della coppia genitore-bambino un modo originale di giocare insieme.
Per prima cosa, l’importante è partecipare: il genitore è un attore presente che vive il gioco insieme al bambino, interpretando la propria parte come meglio riesce. Bisogna imparare ad adattarsi alle sue abitudini: cadere giù per terra, cantando il Girotondo o feriti da una spada; ululare alla luna facendo il lupo di Cappuccetto Rosso; andare alla ricerca del nostro bambino interiore e superare quell’imbarazzo che abbiamo costruito crescendo.
Questo significa che i bambini devono essere i coordinatori del gioco. Aiutiamoli ad esprimere la loro creatività e inventare storie incredibili. Facciamo loro tante domande per chiarire storie e personaggi.
Il tempo che ritagliamo per giocare con i nostri figli deve essere esclusivo, in modo tale che anche se breve, sarà vissuto come un’occasione in cui mamma e papà sono tutti per me. Ricordiamo, infine, che i bambini proporranno giochi diversi a mamma e papà, ma nulla vieta che si possano trovare giochi da fare tutti insieme!
A conclusione vi dedichiamo il decalogo dei valori che si acquisiscono giocando con i bambini, definito dalla psicologa Alicia Banderas, perché sia uno stimolo a non darsi per vinti e a cercare di costruire una relazione solida con i nostri figli, finché avranno voglia di giocare con noi.
- Il gioco ti dà l’opportunità di mostrare ai tuoi figli il tuo “io” più gentile.
- Incoraggia lo sviluppo della creatività.
- Giocare insieme ti consente di educare i tuoi figli ai valori in modo semplice e armonioso.
- Giocare è un modo meraviglioso per conoscere i tuoi figli.
- Il gioco ti unisce ai tuoi figli e migliora la comunicazione.
- Allontana i piccoli dalla stimolazione eccessiva data dagli schermi.
- Insegna ai tuoi figli a concentrarsi sul “qui e ora”.
- Protegge la tua innocenza riconducendoti al tuo “io bambino”.
- Ti aiuta a conoscerlo meglio.
- Giocando con lui conoscerai le sue attitudini e potrai supportarlo meglio nelle sue scelte future.