L’IMPORTANZA DEL RIPOSO NELLA CRESCITA

L’IMPORTANZA DEL RIPOSO NELLA CRESCITA

Recita il detto “aprile dolce dormire” e sappiamo quante energie spende il nostro organismo per adattarsi al cambiamento stagionale, soprattutto nei periodi di transito, autunno e primavera.
Il riposo, però, svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita, in particolare nel periodo della crescita e dello sviluppo.
Curare i momenti di riposo, infatti, non è una forma di iper-protezione nei confronti dei bimbi, ma un bisogno primario, insito nella natura di qualsiasi soggetto.
Ciascuno di noi ha bisogni diversi anche riguardo alle ore di sonno, che dipendono molto dall’età del soggetto. Tuttavia un buon sonno è fondamentale per una vita sana, ed è molto importante impostare fin dalla prima infanzia delle corrette abitudini legate al sonno.
L’American Academy of Sleep Medicine, ha pubblicato delle linee guida attraverso le quali possiamo stabilire le ore di sonno necessarie per bambini e ragazzi dai 4 mesi ai 18 anni.


Quante ore dobbiamo dormire
Secondo l’American Academy of Sleep Medicine le ore di sonno (sonnellini inclusi) necessarie per favorire la salute ottimale sono le seguenti:
● dai 4 ai 12 mesi: dovrebbero dormire regolarmente dalle 12 alle 16 ore
● da 1 a 2 anni: dovrebbero dormire regolarmente dalle 11 alle 14 ore
● da 3 a 5 anni: dovrebbero dormire regolarmente dalle 10 alle 13 ore
● da 6 a 12 anni: dovrebbero dormire regolarmente dalle 9 alle 12 ore
● da 13 a 18 anni: dovrebbero dormire regolarmente dalle 8 alle 10 ore
Il pisolino o sonnellino, mattutino o pomeridiano, è quasi d’obbligo fino a 5-6 anni, quantomeno non è da impedire se si osserva nel bambino la necessità di prendersi questo momento di riposo. Con l’aumentare dell’età, invece, il riposino pomeridiano può diventare un ostacolo al sonno notturno: se un ragazzo di 14 anni dorme troppo al pomeriggio, la sera troverà molte difficoltà ad addormentarsi ad un orario che permetta un buon riposo per affrontare gli impegni del giorno successivo.


Bisogna dormire bene
Una prima attenzione è sicuramente quella di organizzare un ambiente favorevole all’addormentamento: poche fonti di luci e rumori, apparecchi tecnologici spenti, niente odori sgradevoli o schifezze ingurgitate prima di mettersi a letto.
Un secondo aspetto da tenere in considerazione è la ritualità delle azioni che ci avvicinano al momento di coricarsi. Se ci pensiamo bene, ciascuno di noi compie delle azioni abitudinarie subito prima del sonno, come bere qualcosa di caldo, fare la pulizia dei denti, leggere un buon libro o dire una preghiera; sono solo alcuni esempi di azioni che compiamo per predisporre al riposo il nostro organismo, cervello compreso.
La ritualità è fondamentale nella prima infanzia, ma anche preadolescenti e adolescenti hanno la necessità di costruire un “percorso” di avvicinamento al sonno.
Nella ricerca che ha dato vita alle linee guida di cui sopra è stato appurato che dormire regolarmente il numero di ore raccomandate è associato a una salute generale migliore e a migliori prestazioni per quanto riguarda l’attenzione, l’apprendimento, la memoria, la stabilità emotiva, la qualità della vita e la salute mentale e fisica.


Chi dorme bene impara meglio
Il legame tra sonno e apprendimento è stato oggetto di numerosi studi scientifici, e le evidenze raccolte dimostrano in modo inequivocabile che il sonno gioca un ruolo cruciale nell’ottimizzare la memoria, l’attenzione e la concentrazione. Quando dormiamo il nostro cervello continua ad elaborare le informazioni raccolte durante la giornata e rafforza i collegamenti tra neuroni.
Ciò significa che il sonno di qualità non solo aiuta a ricordare meglio ciò che è stato appreso, ma contribuisce anche a organizzare le informazioni in modo più efficace, migliorando la capacità di collegare concetti e risolvere problemi.


E chi dorme poco e male?
Dormire meno o più delle ore consigliate, nel breve termine, può causare una carenza di attenzione e, quindi, di apprendimento, oppure può influenzare l’umore e i rapporti sociali; nel lungo periodo, invece, può avere conseguenze più preoccupanti: aumenta il rischio di ipertensione, obesità, diabete, depressione e, negli adolescenti, autolesionismo.
Si possono, quindi, osservare veri e propri disturbi del sonno, come insonnia, sonnambulismo o enuresi notturna; in questi casi è necessario rivolgersi al pediatra e a professionisti esperti, per risolvere il problema.


Il ruolo dell’alimentazione e dell’esercizio fisico sul sonno
La relazione tra alimentazione, esercizio fisico e sonno è fondamentale per garantire un riposo di qualità. Una dieta equilibrata e un’attività fisica regolare sono pilastri che favoriscono un sonno ottimale.
Eccedere nel consumo di zucchero, bevande a base di caffeina o consumare pasti pesanti prima di coricarsi, sono azioni che possono causare problemi al sonno.
L’attività fisica regolare ha dimostrato, invece, di avere un impatto positivo sul sonno dei bambini. Aiuta a rilasciare energia e riduce lo stress, due fattori che contribuiscono a migliorare il sonno notturno; anche in questo caso, però, è importante trovare l’equilibrio giusto, evitando sforzi intensi nelle ore che precedono il sonno. L’equilibrio è la chiave.