La bellezza si sente

La bellezza si sente

Uno dei periodi più complessi nella crescita della persona è l’adolescenza, sia nella sua fase iniziale, corrispondente all’ingresso nella scuola secondaria di primo grado, sia nel periodo successivo. Essa, infatti, è collocabile tra i 12/14 anni e i 18/20, ed è caratterizzata da una serie di cambiamenti fisici e psicologici che rivoluzionano la percezione di sé e dell’altro.

In questa fase di transizione lo sviluppo psicologico-emozionale avviene in ritardo rispetto allo sviluppo fisico, che assume un’importanza molto rilevante per sentirsi adeguati e accettati nel gruppo dei pari e nella società in generale.

Grazie anche all’influenza dei media, la discrepanza tra lo sviluppo emotivo e fisico porta al formarsi di una immagine imperfetta, sgradita, dove ciò che si vede e ciò che è, non sono congruenti.

L’IMMAGINE CORPOREA È PARTE INTEGRANTE DELLA NOSTRA IDENTITÀ

Ciascuno di noi ha la capacità di immaginare sé stesso, di creare, cioè, una rappresentazione del proprio corpo sulla base di quanto appreso fin dalla prima infanzia attraverso la percezione del corpo materno e delle persone più vicine. Tuttavia, nel periodo dell’adolescenza la relazione con l’altro diventa il termine di confronto nella ricerca di un equilibrio tra ciò che io vedo di me stesso e ciò che di me vede l’altro.

Questo paragone ci porta a mettere in crisi tutto quanto è stato costruito precedentemente e, sotto la spinta del fenomeno biologico della pubertà, siamo costretti a riorganizzare nuovi equilibri. Per fare il nuovo c’è bisogno di disfare il vecchio.

Dobbiamo essere consapevoli che ci sono tappe di trasformazione a livello corporeo durante tutta la nostra vita, e che a ciascuna corrisponde e segue un adattamento psicologico. 

In adolescenza le osserviamo a livello familiare e sociale: si riscontrano cambiamenti nella relazione con i genitori, si ricerca l’identificazione nei rapporti sociali tra pari, si elaborano nuovi progetti di vita e ci si appropria della sessualità. 

La famiglia, allora, è chiamata a porre una grande attenzione a quei comportamenti che possono influire negativamente sulla costruzione di questa nuova immagine di sé, per evitare il rischio che i figli abbiano una scarsa autostima, insicurezza, o, addirittura, atteggiamenti patologici. Diviene, allora, fondamentale accompagnare questi cambiamenti, affinché i ragazzi possano vivere il riconoscimento della propria identità come la trasformazione del bruco in farfalla.

SPECCHIO DELLE MIE BRAME

La metafora non è casuale, infatti, tutti abbiamo esperito la visione distorta che si ha in adolescenza del proprio aspetto esteriore; una visione che può diventare fobia quando è causata da un’eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea.

Le insoddisfazioni corporee, tipiche dell’adolescenza, riguardano difetti reali o immaginari di alcune parti del corpo, e sono vissute come questioni esistenziali, che possono diventare motivo di forte preoccupazione. Ci si sente brutti, talvolta in modo ossessivo.

Nel 2015 la Società italiana di Medicina Estetica (SIME) ha effettuato una ricerca, tramite la compilazione di un questionario, su un campione di 2265 partecipanti di cui 880 maschi (38,9%) e 1385 femmine (61,1%) di età compresa tra i 13 e i 18 anni. Sono emersi alcuni dati interessanti:

  • Il concetto di bellezza è dettato da canoni di armonia e proporzione della figura in egual misura per ragazzi e ragazze (con prevalenza per le femmine) secondo “modelli” appartenenti al mondo dello spettacolo.
  • il 49,2% degli adolescenti si è dichiarato disponibile all’uso della medicina estetica, mentre il 31,3% del campione ricorre già alla chirurgia estetica con prevalenza delle ragazze.
  • Il 12,6% dei familiari suggerisce ai ragazzi interventi di estetica.

Quest’ultimo dato ha sollecitato la nostra attenzione: come genitori dobbiamo porci la questione di quanto spingiamo le nostre figlie e i nostri figli verso un culto esagerato dell’aspetto esteriore e se facciamo altrettanta attenzione alla cura dello sviluppo emotivo.

In una società dove l’apparire domina l’essere, la crescente richiesta di trattamenti di estetica da parte di ragazzi e ragazze, rende sempre più necessarie figure di riferimento che sappiano indirizzare gli adolescenti verso il concetto di vera bellezza.

Non ci sono ricette precise o vademecum di esperti da seguire. Noi adulti che ruotiamo intorno ai giovani adolescenti dobbiamo avere la forza e il coraggio di concedere a noi stessi e ai nostri giovani la possibilità di essere completamente se stessi, riservando loro uno spazio di ascolto privo di giudizio e attento alle paure, soprattutto quelle non dette, che spesso attanagliano chi con tanta fatica sta provando a crescere.

SENTIRSI BELLI

Come possiamo affrontare questi cambiamenti, senza che i nostri ragazzi finiscano nella ricerca ossessiva della perfezione esteriore, che non esiste?

Di fronte alle proposte insistenti nella società di modelli fisici impossibili, dobbiamo provare a discutere in modo più approfondito con i nostri figli, aiutarli a guardare con pensiero critico le molte immagini in cui vivono immersi e i modelli che seguono.

Proponiamo loro un nuovo sguardo su sé stessi concentrato sulle competenze per la vita, che costruiscono il “saper essere” di ciascuno di noi e che sono la radice della nostra bellezza interiore.

Parliamo con loro dei modelli estetici che anche noi abbiamo rincorso alla loro età, e di come siamo riusciti a costruire la nostra immagine senza doverli imitare. Raccontare di sé stessi permette di instaurare un dialogo profondo con i figli e di farci mediatori tra il corpo reale e la rappresentazione ideale, suggerita dall’esterno. Il fine sarà costruirsi una scala di valori ed esperienze importanti, che li renda più sicuri.

Non dimentichiamo, infine, di proporre loro esperienze di bellezza: esploriamo città d’arte; accompagniamo a concerti, cinema e teatro; abituiamoli anche alla bellezza della natura, con cui  sempre meno hanno contatto.

CREDITS

  • Dott.ssa Grazia Micale, Psicologa, Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico. Esperta in Disturbi del Comportamento Alimentare, si occupa di diagnosi e cura dei Disturbi Alimentari e di disagio in adolescenza e nella coppia presso il Centro Liberamente di Genova
  • La paura di essere brutti, Intervista su D Repubblica a Gustavo Pietropolli Charmet, psicoterapeuta
  • Riscoprire l’autenticità del bello di Marisa Musaio, ricercatrice di pedagogia generale e sociale dell’Università Cattolica
  • Giustopeso > I sapori della psicologia > L’ adolescenza e la bellezza costruita
  • Rosanna Schiralli, Psicologa e Psicoterapeuta
  • Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, ricercatore e scrittore italiano