La scuola superiore: un progetto di vita

La scuola superiore: un progetto di vita

In un nostro precedente articolo abbiamo affrontato i cambiamenti che gli adolescenti devono gestire contemporaneamente sia di tipo biologico, sia a livello scolastico e sociale (Bandura, 2012, p. 17). Uno dei passaggi che segnano questi cambiamenti è l’ingresso alla scuola secondaria di secondo grado; proprio in questo periodo i nostri ragazzi sono chiamati a fare una scelta davvero importante, come possiamo aiutarli?

Noi siamo la loro bussola

La scelta della scuola secondaria è una decisione spesso sofferta, poiché imprime un forte condizionamento sul futuro della persona. Questa scelta implica diversi fattori, quali la consapevolezza dei propri interessi e delle inclinazioni, ma anche una sufficiente conoscenza di se stessi, delle potenzialità e dei limiti che ci contraddistinguono.

Altri fattori che influenzano i nostri ragazzi adolescenti, non sono così evidenti: pensiamo all’ambiente sociale in cui vivono, le persone che frequentano, le stimolazioni che fino a quell’età hanno ricevuto.

Molto spesso, infatti, la scelta della secondaria è frutto di vari compromessi: da un lato la famiglia spinge a scegliere un percorso di studi finalizzato alla sistemazione professionale; dall’altro il bisogno di appartenenza, spinge i ragazzi a confrontarsi con le scelte fatte dagli amici.

In questo senso l’orientamento proposto alla fine della scuola di primo grado, e gli open day strutturati dalle scuole di secondo grado, vanno incontro all’esigenza delle famiglie di comporre volontà e interessi che possono divergere. 

Tuttavia è la famiglia ad avere un ruolo fondamentale nell’aiutare i ragazzi a conquistare una propria autonomia e, nello stesso tempo, a garantire loro il migliore futuro realizzabile. Sono i genitori che devono mediare tra il punto di vista del figlio ed i criteri di scelta dettati dalla società.

Orientarsi è un processo

L’esperienza di ciascuno di noi dimostra che il momento dell’orientamento scolastico è un momento di svolta, perché definisce una parte del futuro dei ragazzi. Ecco che noi genitori siamo chiamati a considerare il nostro intervento in aiuto alla persona, affinché acquisisca piena conoscenza di sé in maniera autonoma, e riesca ad attivare gli opportuni processi decisionali. Se già da adolescenti i ragazzi imparano a conoscere se stessi, ad accettarsi con i propri limiti, valorizzandoli e tenendo conto delle proprie attitudini e dei propri interessi, diventeranno autonomi nelle scelte. 

Questo atteggiamento e approccio ai problemi, è utile per sviluppare un’adeguata capacità progettuale e di decisione, accompagnati dalla conoscenza della realtà sociale e del mondo del lavoro, ma alla base di tutto questo deve esserci la conoscenza di sé. (Del Core, 2008) 

In questa nostra riflessione dobbiamo, quindi, considerare due aspetti fondanti: l’identità individuale ed il contesto di riferimento. Su questa relazione si costruiscono le persone e le loro competenze. Il rapporto che si instaura tra sé ed il mondo, l’equilibrio tra interiorità e socialità sono la base dell’interazione consapevole con la realtà. 

Oggi i ragazzi hanno molte più occasioni di fare esperienza del mondo e della comunità/società, fin dalla prima infanzia. Una esperienza mediata da figure di riferimento altre rispetto ai genitori: pensiamo a insegnanti, istruttori, amici. Il confronto con realtà diverse da quella familiare richiede l’adozione di atteggiamenti riflessivi nei confronti delle differenti esperienze. Qui entra in gioco la famiglia che aiutando fin da piccolo il ragazzo a riconoscere le proprie competenze, lo avvia a sviluppare la capacità di scegliere. 

Autostima e autoefficacia

Siamo consapevoli ormai dell’importanza di coltivare l’autostima nei nostri figli. A ben guardare il significato etimologico della parola autostima riferisce di una capacità intrinseca nel valutare le proprie abilità e i propri limiti. Questo concetto fa riferimento a quanto espresso in precedenza riguardo la conoscenza di sé.

Qui vogliamo aggiungere anche il concetto di autoefficacia, che invece si riferisce alla consapevolezza di riuscire a portare a termine un compito, una attività, una azione. (Bandura, 2012)

Il senso di autoefficacia si sposa con l’idea di successo scolastico, che ne evidenzia la portata massima: un ragazzo che vive una esperienza di successo scolastico, diventa capace di riconoscere le competenze che possiede, e sa utilizzarle nel momento in cui servono.

Il successo scolastico è il riflesso di un insieme di competenze personali che creano fiducia verso il futuro e l’orientamento in classe aiuta e supporta i ragazzi a riconoscere le competenze possedute.

In conclusione per un ragazzo hanno particolare importanza i punti di riferimento sui quali può far leva per acquistare sicurezze, con l’obiettivo di riuscire ad autovalutarsi e valutarsi positivamente. 

Il nostro principale interesse sarà quanta consapevolezza delle proprie possibilità abbiamo costruito con lui/lei nel tempo, in modo da prevedere e aggiustare le aspettative e affrontare le difficoltà in modo costruttivo e fiducioso.

La scuola è un periodo fondamentale per la formazione di una persona, ma il lavoro di orientamento fa da volano per un progetto più ambizioso, che è il progetto di vita.